Ecografia all’anca: a che cosa serve?

L’ecografia all’anca è un esame di primo livello che permette di visualizzare i muscoli, i tendini, i legamenti, l’articolazione e i tessuti molli perischeletrici. Questo test valuta eventuali modifiche nella loro forma e struttura, nonché la presenza di masse solide o liquide. Si tratta di un procedimento non invasivo, sicuro e indolore che fa uso di onde sonore ad alta frequenza. Inoltre, l’ecografia all’anca è preziosa per la guida di procedure infiltrative eco-guidate. Questo articolo esplorerà quando e come viene utilizzata, il suo processo, i vantaggi e i limiti.

Durante l’esame, un trasduttore viene posizionato sulla pelle del paziente, emettendo impulsi di onde sonore ad alta frequenza verso le profondità del corpo. Mentre queste onde si riflettono sulle strutture anatomiche presenti nel loro percorso, il ricevitore nel trasduttore registra i cambiamenti nell’ampiezza e nella direzione del suono. Questi dati vengono elaborati in tempo reale da un computer, che li trasforma in immagini visualizzate su un monitor.

L’ecografia all’anca è comunemente utilizzata per diverse finalità. È essenziale per lo screening della displasia dell’anca nei neonati, oltre a essere impiegata in adolescenti e adulti in caso di sospetto di patologie infiammatorie articolari acute o croniche, nonché patologie degenerative come l’artrosi. Inoltre, l’ecografia all’anca è utile per guidare procedure di infiltrazione con sostanze visco-supplementari e/o anti-infiammatorie, nonché per drenare raccolte di fluidi o versamenti articolari. Può essere richiesta anche in caso di patologie tendinee o sospetto di compressione del nervo sciatico.

In contrasto, l’ecografia all’anca è generalmente indicata dopo una radiografia, in casi di sospetto clinico di patologie infiammatorie, articolari o tendinee, o quando si cercano dettagli su lesioni spazio-occupanti, siano esse liquide o solide.

La procedura di ecografia all’anca viene eseguita con il paziente supino, successivamente girato su un fianco e infine in posizione prona. Dopo aver applicato del gel sulla zona da esaminare per eliminare eventuali interfacce d’aria tra il trasduttore e la pelle, lo specialista eseguirà l’esame mediante diverse scansioni ortogonali.

Durante e dopo la procedura, il paziente può sperimentare scansioni dinamiche in cui si richiede di contrarre i muscoli per valutare il movimento delle strutture mio-tendinee e i piani di scorrimento. L’intera procedura è indolore, veloce (circa 5 minuti) e ben tollerata.

I risultati dell’ecografia all’anca sono interpretati dallo specialista, che invierà un referto firmato al medico che ha richiesto l’esame. Quest’ultimo condividerà poi i risultati con il paziente.

L’ecografia all’anca offre vari vantaggi, tra cui la non invasività (assenza di radiazioni), la chiara visualizzazione dei tessuti molli non visibili nelle radiografie, l’ottenimento di immagini in tempo reale per guidare procedure minimamente invasive, e la possibilità di valutare la struttura dei tendini in modo simile alla risonanza magnetica.

Tuttavia, l’ecografia all’anca ha dei limiti, poiché gli ultrasuoni hanno difficoltà a penetrare nell’osso, permettendo di visualizzare solo la superficie esterna delle strutture ossee e non ciò che si trova al loro interno, a meno che vi sia un tessuto patologico infiltrato nella corticale ossea.

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