Cadute e fratture: per gli anziani il recupero veloce è molto importante


Durante la stagione invernale, quando le strade e i marciapiedi possono diventare ghiacciati e scivolosi, le persone anziane sono esposte a un elevato rischio di cadute. Questo rischio si estende anche all’interno delle loro case, con la possibilità di fratture, in particolare agli arti inferiori. Questa vulnerabilità degli anziani può essere attribuita sia all’invecchiamento del loro organismo, che li rende più fragili, sia alle condizioni ambientali non ottimali che possono compromettere il loro equilibrio e portare a cadute traumatiche.

Nel caso delle donne, l’osteoporosi rappresenta un ulteriore fattore di rischio poiché rende le ossa sempre più fragili col passare del tempo. Le fratture più comuni tra gli anziani coinvolgono gli arti inferiori, in particolare il femore, con un numero significativo di casi registrati tra le persone di età superiore ai 65 anni, arrivando a 80.000 casi.

Tuttavia, è possibile superare questa situazione di disagio attraverso cure e assistenza adeguate. Nel caso di una frattura del femore, un intervento tempestivo è essenziale e dovrebbe essere eseguito entro 48 ore dalla caduta per evitare complicazioni. Il principale obiettivo è consentire al paziente di tornare a stare in piedi o seduto il prima possibile.

Per le persone anziane, il ripristino del movimento dovrebbe essere una priorità, poiché una lunga immobilità può comportare una perdita permanente di forza muscolare, riducendo l’autonomia del paziente. Il decorso della frattura del femore può variare a seconda del tipo di intervento eseguito. Le protesi consentono un recupero più rapido, mentre le sintesi con chiodo richiedono un periodo di recupero più lungo, che potrebbe estendersi fino a 60 giorni.

È importante notare che il recupero rapido non ha solo benefici funzionali, ma è cruciale anche per la salute psicologica degli anziani. Una caduta può farli sentire vulnerabili, temendo di perdere l’autonomia e diventare un peso per la famiglia. Ciò può portare a una sindrome depressiva. È compito dei medici rassicurare gli anziani e spiegare loro che con pazienza e impegno nella riabilitazione, è possibile recuperare l’autonomia e tornare a una vita normale.

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